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CATERINA SATTA
“La pittura di Caterina Satta affronta un aspetto delle arti visive che riguarda la storia delle civiltà.
Un’opera che mostra un attaccamento alla sua terra di origine e alla Barbagia in particolare, attraverso la ricerca di un’arte popolare che si evidenzia soprattutto nei tessuti e nei monili dei costumi che in Sardegna hanno avuto una fioritura straordinaria.
L’aspirazione alla bellezza, comune all’uomo di qualsiasi cultura e civiltà, in Sardegna si manifesta in questo bene effimero che è il costume in cui la ricchezza dei ricami e dei gioielli era nettamente in contrasto con la semplicità delle abitazioni e della vita degli isolani.
Così, mentre ricamavano, sedute davanti al fuoco le donne raccoglievano nelle loro mani le testimonianze di una cultura fatta di dominazioni e migrazioni: chiusa, insulare, ma che pure evoca una grande apertura verso le altre culture del Mediterraneo.
L’artista pratica un’arte difficile, certamente non acclamata dai media: è l’arte della memoria, che riflette sul passato e ne esplora l’attualità.
Come c’ è una profonda affinità fra tutte le religioni del mondo, così i motivi decorativi (che sono combinazioni di forme) sono un elemento che accomuna i popoli di diverse civiltà: nascono spontaneamente dalla mente dell’uomo che cerca l’ordine nelle cose e ama soprattutto il ritmo, riproducendolo nelle strutture visibili; qualcosa di simile avviene nella musica e infatti i dipinti di Caterina Satta hanno tra le loro doti una forte musicalità, scandita nel segno dal colore.”
Paolo Portoghesi |